Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

27 ottobre 2009

Cozze e pecorino

Questo è un abbinamento che mi piace molto e quindi ve lo propongo.
Però a questo piatto qualcuno potrebbe fare alcune obiezioni, del tipo:

a) E’ forse un piatto non più “di moda” e superato
b) Dovrebbe essere cucinato con del pomodoro e non in bianco (come ho fatto io)
c) Il pesce col formaggio non va bene

Ma a me tutto questo non interessa :-) perché per me questo primo è proprio buono, tra l'altro con un bel contrasto di colori!
Io farei un solo appunto: questi due ingredienti si sposano ottimamente con i bucatini (che in questa occasione non avevo in casa) e non con altri tipi di pasta.

Voi che ne pensate?

In ogni caso, eccovi la semplice ricetta:

Far aprire le cozze in un’ampia casseruola dopo averle ben pulite all’esterno (prima di porre le cozze nella casseruola, far soffriggere dell’aglio in non molto olio, aggiungere poi del prezzemolo). Far cuocere molto al dente delle linguine o dei bucatini, scolarli e finire la loro cottura in una padella dove sarà stato messo il liquido delle cozze e metà delle cozze sgusciate.
Impiattare e cospargere il piatto di una buona quantità di pecorino, prezzemolo e di cozze ancora nel guscio (tenute precedentemente in caldo).
Bon appetit!

22 ottobre 2009

"Mettetevela nella zucca" (questa ricetta)

In questo periodo il mondo dei foodblog è colorato quasi di arancione. In giro nel web, sia in Italia che all’estero, si vedono infatti frequenti post sulla zucca.
Anche io mi adeguo volentieri, perché è un ottimo prodotto di stagione, che amo particolarmente per la sua dolcezza che è ben bilanciata in molti piatti salati con altri gustosi ingredienti con cui fa piacevolmente contrasto; inoltre la zucca “fa bene” (su questo punto le amiche blogger sicuramente ne sapranno più di me) e poi quel bell’arancione carico mi mette allegria…

Le zucche, quando non commestibili, sono bellissime anche a livello ornamentale. Hanno forme bizzarre e curiose ma anche colori caldi che ricordano l’autunno. Ma veniamo, tornando al lato gastronomico della zucca, alla ricetta che vi propongo oggi per celebrare questo bell’ortaggio. E’ una ricetta che proviene dal mensile di cucina del Corriere della Sera che ritengo molto interessante e gradevole, anche se ho letto da qualche parte alcune critiche che sinceramente non condivido.
Si tratta in pratica una pizza rustica di zucca.

Ecco come si realizza:
Far cuocere in forno circa un 1 kg di zucca privata della buccia e dei semi e tagliata a pezzettini piuttosto piccoli. La temperatura del forno deve essere sui 180°C e il tempo di cottura è di circa mezz’ora o comunque fino a quando la zucca non è tenera.
Schiacciare il tutto con una forchetta in una terrina fino ad ottenere una purea. Aggiungere 60 grammi di parmigiano, poca noce moscata, un uovo, sale e pepe. Amalgamare bene. Inserire il composto in una teglia da forno ricoperta di carta da forno tra due dischi di pasta sfoglia (va bene anche quella surgelata, se non avete tempo per farla) e far cuocere a 180°C per 30 minuti.
Io ho invece optato per una sorta di crostata, come potete vedere nelle foto.

Sembra quasi una pastiera, ma di questo buon dolce napoletano parleremo in un’altra occasione.
Il gusto della crostata di zucca è invece equilibrato tra il dolce della zucca e il salato del formaggio ed è davvero un piatto ben riuscito, da provare e molto gustoso.
“Mettetevi nella zucca” la ricetta e provatela: aspetto i vostri commenti!

15 ottobre 2009

E con la scusa del Salone Nautico…

Il Salone Nautico di Genova è un appuntamento annuale a cui cerco di non mancare, anche se ormai erano parecchi anni che non ci andavo.
Come al solito, a Genova non abbiamo trovato posto e quindi abbiamo dormito (questa volta) a Chiavari.
Non conoscevo questo paesino (nemmeno troppo piccolo, però) che si trova a circa mezz’ora da Genova. A mio parere non è paragonabile alle altre graziose località balneari della Liguria, in quanto la parte che si affaccia sul mare è meno bella e più anonima, ma il centro storico è molto carino, con bei portici e carruggi che lo caratterizzano e lo rendono attraente.
Questi ultimi inoltre, il giorno in cui eravamo lì, erano teatro di un bel mercato di antiquariato che rendeva la cittadina ancora più carina.
Un oggetto al mercatino dell'antiquariato di Chiavari

Passeggiando per il centro, non si può fare a meno di visitare il caffè storico Defilla che venne dichiarato, secondo la guida dei locali storici d’Italia, “zona neutrale durante la guerra per la nazionalità elvetica dei proprietari e fu cenacolo di grandi uomini di cultura”.

Il caffé presenta delle antiche sale, ricche soprattutto di dolci, tra cui i Sorrisi di Chiavari che sono delle grosse pralines di cioccolato con all’interno crema di cioccolato fondente e maraschino a 70°C! Un’autentica sferzata di energia…
Nelle viuzze di Chiavari, oltre alle interessanti bancarelle che vendevano ogni tipo di oggetto di antiquariato tra cui bei modellini di velieri, antichi mortai per il pesto, tegami di rame di vari tipi, vecchi libri, ecc. c’erano anche dei bellissimi negozi di pasta fresca, ma anche un altrettanto bel mercatino ortofrutticolo che offriva prodotti ormai autunnali.
Nei negozi di pasta fresca si potevano trovare, come sanno tutti “i miei lettori” liguri, trofie, pansoti, gnocchi (anche di castagne), ma soprattutto le gustosissime torte di riso e di verdura (tra cui anche il “mio” polpettone di fagiolini), oltre che sughi pronti tradizionali e minestroni alla genovese.
Nel mercatino invece erano in bella mostra dei funghi porcini provenienti dai boschi di quella zona, di una freschezza e consistenza davvero notevoli. Ho per un attimo pensato di portarli a Roma, ma la conservazione non sarebbe stata ottimale nei vari spostamenti.

Dopo aver cenato abbastanza bene la sera in un’osteria del centro assaggiando alcune specialità della cucina ligure, il giorno dopo siamo andati al Salone Nautico nella bella Genova, che ci ha regalato una splendida giornata di sole.
Abbiamo visitato yacht e barche a vela dal costo assolutamente fuori portata, che sono a volte degli autentici alberghi a 5 stelle mobili. Bella gente (di mare) e cose da vedere, molta folla, tanti km macinati, un sacco di materiale ancora da leggere e quindi ancora una volta una bellissima esperienza.
Unico rammarico: non essere riuscito ad incontrare in questo weekend una simpatica blogger per il troppo poco tempo che io e lei avevamo a disposizione. Ma rimedieremo presto, vero Chiara?

8 ottobre 2009

C&P night!

foto tratta dal sito di Daniela http://senzapanna.blogspot.com

Ecco anche il mio resoconto (un pò in ritardo, devo dire) sulla C&P night, ovvero la serata cacio e pepe tenutasi tra alcuni simpatici blogger romani lunedì scorso. Di questa serata hanno già parlato ampiamente Daniela, Stefano e Max e quindi non mi dilungherò più di tanto, però alcune cose ve le racconto.
Tutto è nato, come è già stato da loro sottolineato, sul forum del Gambero Rosso, in cui si disquisiva sulla migliore “cacio e pepe” di Roma. In poco tempo il tutto si è risolto in una prima sperimentazione concreta e “sul campo” in un ristorante ritenuto dagli esperti come uno dei massimi esponenti della cacio e pepe a Roma: Felice a Testaccio.
Ci ero già stato tante volte, ma mi ha fatto piacere tornarci sia per il buon livello qualitativo dei piatti di prevalente cucina romana, sia per conoscere dei blogger con i quali avevo dialogato soltanto sul web. I blogger, in effetti, erano come me li aspettavo: simpatici, ovviamente amanti del buon mangiare del buon bere e soprattutto competenti!
Era d’obbligo mangiare come primo piatto i famosi tonnarelli cacio e pepe mantecati davanti ai commensali prima di essere serviti (ottimi!), ma da non perdere era anche la carbonara che ha preso Daniela. Per secondo piatto 3 blogger su 4 hanno ordinato delle ottime polpettine di bollito che questa volta, a differenza di un’altra in cui non mi erano piaciute troppo, erano morbide e molto buone. Io ho invece ordinato un altro must di Felice, l’abbacchio al forno con patate, buono come sempre. Conclusione per tutti con un tiramisù al bicchiere a mio avviso insufficiente, pesante e troppo “innovativo”.
In ogni caso ritengo che Felice sia sempre un indirizzo su cui fare affidamento per mangiare della buona cucina romana.
La serata si è conclusa con l’impegno a sperimentare nuovi locali di cucina romana e non, come ad esempio un ristorante già testato da Max.

Ps A proposito di esperti di cacio e pepe non si può non citare il post di uno dei più autorevoli “studiosi” in materia, che oltre ad avere notevole esperienza di assaggio in svariati locali romani ha anche cercato di ottimizzare la relativa ricetta tra le sue mura domestiche :-)

7 ottobre 2009

Un altro pesto

Si parla spesso di pesti di mille tipi (genovese, trapanese, ecc.) e delle sue mille varianti, ma non avevo mai sentito parlare di questo pesto. Recentemente ho invece scoperto che esiste anche un pesto “cetarese”.
Cetara è una località della costiera amalfitana famosa, tra i conoscitori del buon cibo, per la sua colatura di alici. Ma i produttori locali producono anche altri prodotti derivanti da quella meravigliosa materia prima rappresentata dalle alici.
Uno di questi prodotti è il pesto cetarese. E’ una salsina molto ricca, veramente buona e dai sapori marinari e mediterranei.
Ecco la lista degli ingredienti da dosare “ad occhio” a seconda che si voglia far prevalere alcuni sapori od altri (non avevo d’altronde altri elementi per la sua realizzazione, se non la lista esatta degli ingredienti). Io ho utilizzato le proporzioni che di seguito vedete, ma vi sto dando dei buoni suggerimenti, perché ho fatto un esperimento che secondo me è ben riuscito.

Ingredienti:
Alici sott’olio (n. 2 o 3), colatura di alici (un cucchiaio), pinoli, mandorle, noci (piccoli quantitativi), olive verdi e nere (5-6 di ciascuna), capperi (pochini, una manciata), aglio (uno spicchio), olio extravergine di oliva (q.b., ma un pò è necessario, perché gli ingredienti sono tanti), basilico, prezzemolo (un po’ di foglioline ad occhio), peperoncino (sarebbe necessario, anche se non l’ho usato questa volta perché in famiglia c’è chi non lo gradisce).
Mettere tutti gli ingredienti nel mixer o nel bicchiere del minipimer e frullare bene.

Una raccomandazione importante è di NON AGGIUNGERE SALE né nell’acqua della pasta (io ho usato delle linguine) né nel pesto perché è già sufficientemente e ampiamente salato. Scolare quindi la pasta al dente e condirla col pesto, cospargendo il tutto di prezzemolo tritato.
E’ un piatto dove prevale leggermente il gusto delle olive, ma è ben bilanciato anche dalla frutta secca che gli dà consistenza e dal sapore delle alici e della loro “colatura” che forniscono quel sapore di mare che non sempre (o mai?) nei pesti è presente.

Ps: l'altra sera con alcuni blogger abbiamo organizzato una “cacio e pepe night” come l’ha chiamata, con un’espressione divertente, Max. A presto su questi schermi il resoconto più o meno dettagliato :-) . Per il momento trovate ampi dettagli descrittivi e fotografici qui e qui.