Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

27 giugno 2010

Una ricetta del Sud, con un tocco di Nord

Dovete sapere che le aringhe sono una mia grande passione, in particolare quelle affumicate. Evocano mari del Nord burrascosi, tempestosi, tormentati e poi sono proprio buone e sanno di mare, di oceano, di salsedine. Una volta le ho mangiate addirittura a colazione in un hotel a Norimberga, marinate in una sorta di ketchup….
Ebbene, oggi voglio proporvi questo buon pesce in una classica ricetta del Sud, la buonissima insalata pantesca (dell’isola di Pantelleria), aggiungendo quindi un tocco di Nord a questo piatto.
E’ un po’ come una partita dei Mondiali, nei quali a volte si vedono abbinate squadre di continenti molto lontani tra loro e appartenenti ad aree geografiche opposte.
Ecco come si prepara (in un lampo) questa insalata: in un’insalatiera mettere in proporzioni “libere” delle patate lesse tagliate a pezzetti, della cipolla di Tropea (io ho usato una normale cipolla bianca in quanto quelle tropeane non erano in quel momento in mio possesso), dei pomodori pachino a dadini, basilico, capperi di Pantelleria, olive nere. Aggiungere dell’aringa affumicata a tocchetti e condire con sale ed olio extravergine di oliva. Amalgamare bene e far insaporire in frigo o fuori frigo per un’oretta, rimestando ogni tanto: una vera delizia!
Poiché l’aringa è un pesce tipico dei mari del Nord e nel pomeriggio ai Mondiali hanno giocato due nazioni che sono larghe consumatrici di questo pesce, Germania ed Inghilterra, vi saluto per oggi con la foto in basso.

Ah, dimenticavo…cosa abbinare a questo piatto? Naturalmente una bevanda che accomuna molto queste due nazioni…

…e visto che è estate, direi che ci sta molto bene una bella birra “blanche” (tipica, però, quest’ultima, del Belgio…).

21 giugno 2010

Una domenica “mondiale”

Domenica 20 giugno 2010. E’ il giorno di Italia-Nuova Zelanda. Pranzo veloce ma buono, in attesa della partita.
Cosa preparare? Mi viene in mente di realizzare una pasta con Gorgonzola e pachino. La preparazione è semplice: far fondere in un padellino circa 1 etto di Gorgonzola con del latte. Quando si sarà fuso, aggiungere poco burro e un cucchiaio non colmo di farina in modo da ottenere una besciamella non troppo spessa (aggiungere eventualmente altro latte e/o Gorgonzola per meglio mettere a punto la cremina). Salare e pepare, far raffreddare. Nel frattempo mettere a cuocere delle mezzemaniche e tagliare a cubetti una trentina di pomodorini pachino.
Quando la pasta sarà cotta, condire con la salsa al Gorgonzola e con i pachino a cubetti. Amalgamare bene e mettere il tutto in frigorifero per un paio d’ore prima di servire.
E’ un piatto che mi piace molto perché è ben bilanciato tra il piccante del Gorgonzola ed il dolce dei pachino ed adatto alla stagione estiva (che purtroppo ancora non c’è).

Ore 16. E’ tempo di partita. I nostri purtroppo producono una prova davvero poco emozionante e molto inconcludente e la partita finisce 1-1. Ma come….neanche la Nuova Zelanda riusciamo a battere?

Dopo la partita è già tempo di prepararmi per un invito molto carino ricevuto da Hande e Theo, tra i massimi esperti a Roma in materia enologica. La loro bellissima casa sul Lungotevere è incantevole e in essa tutto parla di vino di qualità, dalle numerose e ottime bottiglie al cospicuo numero di libri e guide sul vino. Splendida è anche la vista di tutta la città dalla terrazza del palazzo…
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Abbiamo mangiato molto bene (dovrò chiedere ad Hande molte ricette…) insieme ad altri blogger e simpatici altri invitati e, ovviamente,…bevuto meglio… E poi chiacchiere, risate e degna chiusura con un sontuoso Bas Armagnac.
Una giornata niente male, quindi. A parte la nota “dolente” dell’Italia…ma ce la possiamo ancora fare…Quindi di cosa ci vogliamo “preoccupare”?

15 giugno 2010

Crostini “arruscati” al Gorgonzola con riduzione di Passito di Pantelleria


L’idea di realizzare questi “finger food” è sorta in occasione delle mie ormai frequenti visite sia alla pizzeria “Sforno” che al suo più piccolo locale di pizza “al taglio” ("00100 Pizza", Via Giovanni Branca, 88).
Tra i buonissimi prodotti offerti, infatti, c’è la mitica pizza “Greenwich” con Stilton e riduzione di Porto (per maggiori delucidazioni al riguardo, potete vedere ad esempio qui). Ho pensato allora di preparare qualcosa di analogo, ma con prodotti decisamente nazionali. Al posto dello Stilton ho utilizzato un ottimo Gorgonzola piccante ed in luogo del Porto un buonissimo vino Passito di Pantelleria.
L’idea poi di fare dei crostini è nata dal fatto che sono adatti a questo periodo, in cui si ha bisogno di cibi pratici, veloci, facili da preparare, da mangiare magari vedendo una partita dell’Italia o di altre nazionali presenti ai Mondiali…
La preparazione di questi crostini è semplicissima: spalmare grossolanamente del Gorgonzola piccante su delle fette di pan carré. Porle su una teglia ricoperta di carta da forno appena oliata e infornare (funzione grill) per pochi minuti. Nel frattempo far ridurre a fuoco lentissimo del passito di Pantelleria con l’aggiunta di poco zucchero.
Appena cotti i crostini, cospargerli dello “sciroppo” così ottenuto e servirli ben caldi (o meglio tiepidi, ora che è estate).
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Nota: a me i crostini piacciono ben abbrustoliti (come si dice a Napoli, “arruscati”) e quindi li ho fatti cuocere qualche secondo più del dovuto :-)

9 giugno 2010

Buon Mondiale a tutti e…auguri Lefrancbuveur!

Per chi ama il calcio (ma, credo, non solo) quando è tempo di Mondiali è sempre una festa. Ci si ritrova tra amici, si festeggia, si esulta, si contesta, si grida, si “soffre”.
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Alcune figurine Panini sui Mondiali 2010, inclusa quella
del grande campione Lionel Messi

Dalle partite viste in Tv si scoprono tante nazionali poco famose ma simpaticissime e “colorate” e si ha modo di percepire, anche se solo dal proprio divano, i diversi modi di manifestare l’amore per la propria nazione/nale.
E in questi ritrovi tra amici per tifare Italia, ovviamente, si mangia e si beve, ci mancherebbe. Di solito si offrono cibi pratici, veloci, maneggevoli: pizza/birra è un classico, ma ci si può sbizzarrire con mille altre proposte più o meno complesse.
Io, per augurare un buon mondiale alla nostra nazionale e a tutti voi, propongo oggi un piatto tricolore, che ricorda la bandiera degli azzurri.
Ecco la ricetta:

Risotto tricolore agli asparagi verdi

Lessare gli asparagi e saltarli (dopo averli tagliati a pezzettini) in padella con un discreto quantitativo di burro. Salare. A cottura ultimata, raccogliere gli asparagi in un piatto e metterli da parte, lasciando nella padella il sughetto (al burro) degli asparagi. Tagliare a dadini dei pomodori freschi Pachino o analoghi e saltarli nel burro insaporito dagli asparagi. Far cuocere brevemente, salare e pepare (vedrete che all’assaggio questi pomodorini avranno assunto un sapore veramente ottimo, combinati con quello rilasciato dagli asparagi).
Con del brodo vegetale, nel frattempo, cuocere del riso come un classico risotto, unendo di tanto in tanto parte degli asparagi. Portare a cottura e mantecare con burro e parmigiano, sempre come un risotto classico.
Prendere quindi un piatto e spargervi il risotto su tutta la superficie. Ricoprire la parte sinistra con gli asparagi verdi che non sono ancora stati utilizzati, la parte centrale con abbondante parmigiano e la parte destra con i pomodorini saltati. L’idea iniziale era di porre al centro della “bandiera” degli asparagi bianchi saltati nel burro, ma a Roma è un’impresa trovare gli asparagi bianchi…(ovviamente dopo aver realizzato il piatto li ho trovati, anche se in scatola e al naturale…).
Comunque la bandiera dell’Italia si è formata lo stesso e quindi con questo piatto auguro agli azzurri e a tutti voi un ottimo mondiale. Ovviamente, dopo aver ammirato questo piatto, “vi autorizzo” a mescolare tutti gli ingredienti in superficie e il risultato vedrete che sarà superbuono!

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Parte due del post: oggi il mio blog compie tre anni. Quale migliore occasione di un mondiale per festeggiarlo? Ringrazio comunque infinitamente tutti i miei lettori per seguirmi così assiduamente e chi mi ha coinvolto in simpatiche iniziative a cui ho aderito con entusiasmo e passione. E spero che proprio quello stesso entusiasmo e quella stessa passione per il buon cibo traspaiano e continuino a trasparire dal mio blog…Grazie a tutti!

2 giugno 2010

Malouin d'abord, breton peut-être, français s'il en reste!


Giugno, tempo di progetti per le vacanze. Allora un posto che vivamente consiglio di visitare è Saint Malo, in Bretagna.
Saint Malo è una cittadina della costa bretone che si affaccia sul mar del Nord, non distante da Mont Saint Michel.
E’ un paesino molto caratteristico, circondato da grosse mura e bastioni che cingono la città vecchia.
Saint Malo sin dal Medio Evo è stato un luogo di corsari, uomini che venivano pagati dal re (a differenza dei pirati, che lavoravano per conto loro) per effettuare sortite nei mari e combattere i nemici, soprattutto inglesi.
La spiaggia di Saint Malo è molto bella ed ampia e diviene ancora più interessante quando c’è bassa marea e si può “rovistare” tra tutto quello che il mare ci regala nei suoi fondali. Che stupenda aria di mare si respira nelle belle passeggiate sulla spiaggia!
 
Proprio sul mare, c’è anche un bellissimo Grand Hotel che fa dei trattamenti talassoterapici molto “coccolosi” e che vende dei buonissimi prodotti cosmetici a base di acqua di mare. Ogni volta che ci vado, li acquisto sempre per fare degli originali regali.
E’ bello anche “esplorare” le scogliere non lontane dalla baia, a cui si arriva con la bassa marea e tra le quali si scorge anche il luogo dove riposa Chateaubriand.
Tornando verso l’interno, è bella la passeggiata lungo i bastioni che cingono la città, “in compagnia” dei gabbiani che li sorvolano in cerca di cibo.
All’interno delle mura simpatici bar, ristorantini e a volte lussuosi hotel abbelliscono le stradine, mentre ogni tanto si scorgono locali che sembrano autentici covi di pirati e bucanieri, a ricordare le origini di questa cittadina. Nei ristoranti si gustano pesce fresco locale, crostacei, coquillages, mentre eleganti negozi vendono suppellettili legate al mare e alla marineria e colorate scatolette di conserve di pesce.
Non mancano chiaramente le creperie dove gustare al volo o con più calma (davanti ad una delle tante buone birre bretoni) svariate galettes (crepes di grano saraceno) tra cui quelle con formaggio emmental e prosciutto cotto.
La sera, dopo aver mangiato in qualche bel ristorantino le sempre ottime cozze (di lì vicino sono le carnose moules de boulot della baia di Mont Saint Michel), per un dopo cena si può andare alla rhumeria non lontano dal centro.

 
A proposito di rhum, da Saint Malo parte la “Route du rhum” una importante gara velica transatlantica in solitario che porta da Saint Malo a Pointe-à-Pitre in Guadalupa.
Per concludere la serata in bellezza, una giocatina al bellissimo Casinò dove si può anche giocare alla boule, una sorta di roulette con meno numeri.
Da Saint Malo, infine, è d’obbligo fare una piccola deviazione verso la vicina Cancale per degustare delle ostriche da sogno…

la bandiera di Saint Malo

Di tutte queste bellezze “sono padroni” i turisti, ma anche quotidianamente gli abitanti di Saint Malo che, secondo un famoso detto, sono “innanzitutto maluini, dopo bretoni e, se ne resta, francesi”…