Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

30 aprile 2011

Piccolo omaggio a Papa Wojtyla


“Vi ho cercato e voi siete venuti da me e di questo vi ringrazio”
Karol Wojtyla

Domani a Roma ci sarà la beatificazione di Papa Wojtyla. Scrivo anche io poche righe per ricordare questo Papa speciale, che tanto ci ha dato durante il suo pontificato e a cui sono affezionato.
Io lo voglio ricordare a mio modo, attraverso alcune foto che riguardano un luogo in cui lui è stato in una delle sue tante visite pastorali. Nell’ormai lontano 2002 il Papa si recò nell’isola d’Ischia che io amo tanto, proprio ai primi di maggio. Il resoconto della giornata potete trovarlo qui.
Il Papa celebrò una messa ed incontrò i giovani in due belle parti dell’isola, ad Ischia Ponte davanti al Castello aragonese nella cui piazza è stata poi a lui dedicata la grande targa che vedete nella foto in alto.

Il corso principale di Ischia Ponte che porta al Castello di Aragona che si intravede in fondo
E a Forio d’Ischia, sul piazzale della Chiesetta del Soccorso*, posta sulla punta di un piccolo ma stupendo promontorio. E’ una chiesa piccola, semplice ma bellissima, di un bianco accecante, che si apprezza molto sotto il cielo azzurro del periodo primaverile ed estivo (amo le chiesette dei luoghi di mare, che danno un senso di pace, di freschezza e di forte legame con il mare e con gli uomini che lo popolano).


Il Papa definì Ischia “isola splendida per la bellezza della natura, che conosce bene il valore dell'accoglienza”. Fu la prima presenza di un Papa ad Ischia.


* Per non perdere l’abitudine di parlare di cibo, segnalo proprio vicino a questa chiesetta un ristorante da non perdere, “Umberto a mare”, con una splendida vista e con dei piatti da sogno che hanno il sapore del mare.

25 aprile 2011

Piccoli “casatielli” di riso


Visto che siamo vivendo le feste pasquali, ho voluto preparare un qualcosa che ricordasse uno dei rustici più classici della Pasqua (almeno nella mia famiglia) che è il casatiello.
Siccome però il casatiello è una preparazione complessa, per la realizzazione del quale occorre tempo e voglia, mi sono limitato a fare qualcosa di più semplice e se vogliamo innovativo che però lo ricordi.
Ho pensato allora di preparare degli arancini di riso al forno che ricordano il casatiello per il colore, l’intreccio (incrociato) della pasta, il ripieno e la forma delle sue uova, costituita in qualche modo dall’aspetto ovale dell’arancino.
Ho quindi iniziato ad utilizzare un semplice riso allo zafferano di Navelli, preparato come un classico risotto con fondo di cipollotto fresco e burro e aggiungendo di tanto in tanto del buon brodo di carne.
Cotto il risotto e fatto raffreddare, l’ho mescolato con due uova, del parmigiano reggiano e pecorino romano, dei dadini di provolone e del salame napoletano, ingredienti questi ultimi tuttavia un po’ “più leggeri” di quelli che si utilizzano di solito nel casatiello, come i cosiddetti “cicoli”.


Ho formato quindi degli arancini, li ho adagiati su degli ampi dischetti di pasta sfoglia, “chiudendoli” con delle strisce sempre di pasta sfoglia (incrociate o poste in parallelo) ed infine spennellate con del tuorlo d’uovo. Ho poi infornato il tutto per una mezzoretta circa a 180°C.
Il risultato finale è stato davvero ottimo, gustoso e saporito. E, anche se in ritardo, auguro a tutti una buona pasquetta o, come si dice a Napoli, “una buona fatta Pasqua”.

20 aprile 2011

Cosa può venir fuori da una padella lillipuziana…


Giorni fa ho acquistato la padella più piccola del mondo….Carina, vero?
Quale è stata la prima cosa che ho preparato con questo bell’utensile? Il primo esperimento è legato ad una ricetta che ho trovato in un libro di ricette anni’70-80 che a me piacciono tanto….
Si tratta dei “finti cannelloni” ripieni di ricotta, passati al forno con una semplice salsa di pomodoro.
Con farina, uova e latte ho preparato un composto adatto a formare delle mini crêpes, che ho ottenuto ungendo ogni volta con poco burro il fondo della padell(in)a.
Ho accumulato quindi tanti dischetti di pasta come quelli nella foto, che ho lasciato raffreddare.


Nel frattempo a dell’ottima ricotta del produttore Marella ho aggiunto poco latte, abbondante parmigiano, sale, pepe, noce moscata e del salame tagliato a pezzetti.
Ho amalgamato bene il tutto ed ho spalmato su ogni dischetto (piccola crêpes) parte del composto. Ho arrotolato quindi ciascun dischetto per ottenere tanti mini cannelloni.


Questi ultimi sono stati riposti in una tortiera imburrata e cosparsi di salsa di pomodoro già cotta nel modo classico.
Ho infornato per un quarto d’ora a fuoco moderato e prima di servire ho cosparso i cannelloncini di una generosa spolverata di Parmigiano Reggiano, guarnendo il piatto con delle belle foglie di basilico fresco. Veramente una simpatica e gustosa ricetta!


Ora con questa padellina voglio farci (in ordine sparso): delle mini crêpes dolci e salate (arricchite dei più vari ingredienti), delle mini tortillas, delle torrette di lasagne, ovviamente delle uova fritte, magari con asparagi, e poi….
Voi cosa mi suggerite?

13 aprile 2011

Dolci romani e non


Chi mi segue assiduamente sa che non amo i dolci allo stesso modo delle preparazioni salate. Ma questo non vuol dire che non mi piacciano per niente, anzi, tutt’altro!
Quindi ogni tanto su questo blog, anche per una parvenza di equità e par condicio, è opportuno che io parli di dolci e di qualche mia esperienza in materia.
Vi vorrei allora oggi raccontare di alcuni miei recenti assaggi di ottimi dolci avvenuti in locali vari, ma anche dentro le mura domestiche e preparati da me.
Cominciamo proprio da quest’ultimo caso. L’idea era di provare (e ribadisco provare…) a replicare una fantastica torta con cioccolato e pere (un abbinamento che adoro) mangiata un paio di estati fa a Sant’Angelo d’Ischia dal mitico bar in piazzetta (Il Pescatore, Tel. 081 999206).


E’ un bar-pasticceria che prepara delle torte veramente spettacolari, a cui non si può rinunciare quando si va a fare una passeggiata in quello splendido angolo dell’isola.
Ho pensato allora di eseguire la ricetta del mitico “moelleux au chocolat” aggiungendovi dei dadini di pere. Qui trovate la ricetta che ho eseguito in tempi tutto sommato brevi. L’unica differenza rispetto a quella del link è che alla fine nell’impasto e prima della cottura ho aggiunto tre pere di media grandezza tagliate a dadini.
Ne è venuta fuori una torta golosa con l’interno molto soffice (da cui il nome “moelleux”) ma che può essere resa più consistente, a chi piace meno morbida, mettendola alcune ore in frigorifero.


Le pere rinfrescano la torta che altrimenti sarebbe a mio avviso troppo “carica” e la rendono davvero buona...
Continuiamo con il mio cake crawling (tour dei dolci)…, questa volta con assaggi deliziosi fatti in vari locali negli ultimi tempi.
Iniziamo con Sal De Riso. Ho scoperto Salvatore De Riso alcuni anni fa nella pasticceria del suo luogo di origine e cioè l’incantevole Costiera Amalfitana, località Minori. Lì ho mangiato per la prima volta tra le altre cose un dolce buonissimo, a base di melanzane e cioccolata. Qui a Roma però c’è un punto vendita delle sue dolci creazioni (Via Gallia, 12 Tel. 06 68135738) e ogni tanto, quando ho voglia di dolci buoni, ci vado. Lì vicino c’è anche il mio dentista e senz’altro andare al negozio di De Riso allevia di molto il dolore (fisico ed economico) che provoca ogni seduta…
L’ultima volta che sono stato alla “Dolce Costa” (questo il nome del punto vendita) ho assaggiato delle splendide e profumate delizie al limone (uno dei suoi dolci migliori secondo me), una torta pere e ricotta dalla freschezza impagabile e, visto che si avvicina la Pasqua, una buona e classica fetta di pastiera. Insomma andate da Sal, secondo me è uno dei punti di riferimento per i dolci a Roma!
Continuando nell’ideale giro di dolci assaggiati di recente, vi ho già parlato proprio un post fa dei buoni profiteroles al caramello ripieni di crema di arancia di Arcangelo Dandini, che meritano senz’altro almeno una menzione.
Infine, a conferma della mia quasi dipendenza dalle pere nei dolci ho degustato recentemente, in una serata carina organizzata da bloggers e twitters alla Brasserie 4:20 (Via Portuense, 82 Roma. Tel. 06 58310737), un flan di pere.


Devo dire però che mi aspettavo di più da questo dolce, in cui le pere si sentivano poco e prevaleva molto di più quella che io chiamo la “panosità” del dolce.
Il locale però ci ha offerto ottime birre e altri buoni piatti (con porzioni non enormi, a dire il vero) oltre a una splendida compagnia che hanno contribuito a rendere la serata ampiamente piacevole…

7 aprile 2011

Arcangelo, the first time


E venne finalmente il giorno in cui anche io assaggiai la cucina di Arcangelo….
Le aspettative erano tante e devo dire che alla prova dei fatti i piatti degustati erano davvero all’altezza delle attese. Il tutto in un locale accogliente, tranquillo, con personale di sala cortese e preparato.
In compagnia dell’amico blogger Max, mi sono immerso nel fantastico mondo (estroso e goloso) di Arcangelo Dandini, “studiando” con attenzione il menù. Ma ho voluto provare soltanto dei piatti classici e dei suoi “cavalli di battaglia”, riservandomi in altre occasioni di assaggiare altre sue “creazioni”.
Abbiamo degnamente aperto la cena con un noto e spettacolare antipasto di Arcangelo, il “Supplizio" con crema fritta (nella foto) accompagnato, come gli altri piatti, da un ottimo Cesanese del Piglio Alagna Marcella Giuliani, 2008.



Chapeau inoltre per la mitica e cremosa carbonara senza pepe, con i rigatoni di Verrigni che ho davvero apprezzato (qui questa ed altre sue ricette); ma onore anche agli altrettanto spettacolari gnocchi all’amatriciana, da assaggiare quasi obbligatoriamente di giovedì…
Per secondo piatto ho provato invece una sinfonia di sapori e profumi riassunta nel piatto “Tormento aromatico in quattro passaggi”, composto da sinistra a destra da:
(si veda foto)

  • anguilla fritta e dolceforte di spinaci (ottimo il sapore sapido e di mare)
  • quaglie, cicerchia e lavanda (morbidissima la carne)
  • maritozzo panna, acciughe e polvere di caffè (quello che più mi è piaciuto)
  • coda di bue, fave di cacao Sambirano (grassa e morbida)
Un piatto molto interessante, composto da tanti sapori, contrasti, profumi, spunti, idee, che si integrano e si contrappongono tra loro alla perfezione.
Da provare anche un altro interessante piatto del menù, il piccione con mela e mostarda.
Sarà molto interessante una prossima volta assaggiare qualche preparazione a base di foie gras, come ad esempio il torchon di foie gras con biscotti Plasmon, ma anche un altra pietanza che presenta un ingrediente strettamente connesso ai miei ricordi dell’infanzia e cioè il buondì Motta con animelle e aringhe.
A concludere degnamente la cena, degli stupendi bignè con caramello ripieni di golosa e goduriosa salsa all’arancia.


La serata finisce tra le ultime piacevoli chiacchiere e con l’impegno da parte mia a tornare da Arcangelo (Via Giuseppe Gioacchino Belli, 59-61 Roma. Tel. 06.3210992) altre n volte per provare il numero più elevato possibile delle sue gustose e interessanti portate….