Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

27 maggio 2012

Tortini con fave, Philadelphia e pomodori secchi


Come ho sottolineato altre volte, l’idea di una ricetta spesso mi viene prendendo spunto da piatti mangiati al ristorante o presenti nella carta di qualche locale o mangiati a casa di amici che mi ispirano particolarmente. E cerco di immaginare il modo migliore per poterli realizzare.
Poi però finisce sempre che queste ricette le adatto a modo mio, magari sostituendo qualche ingrediente che non ho o che preferisco rimpiazzare con degli altri a mio avviso più idonei. O addirittura quasi stravolgendole. Anche la ricetta di oggi è un classico esempio di questo tipo.
Si tratta di quella dei tortini di tubettini con fave, Philadelphia e pomodori secchi sott’olio, un abbinamento secondo me molto equilibrato ed azzeccato.
Ecco come li ho fatti (come dice Alessandro Borghese):
Ho preso delle fave (vanno bene anche quelle Bonduelle in scatola) e le ho fatte saltare in padella con dell’olio extravergine e della cipolla. Durante la cottura ho aggiunto anche dell’acqua, in modo che la preparazione rimanga un po’ più liquida, al fine poi di far finire la cottura della pasta successivamente.
Nel frattempo ho fatto cuocere dei piccoli tubetti (non quelli normali, classici da pasta e fagioli, ma più piccoli). Qualche minuto prima di fine cottura, ho messo nella padella delle fave la pasta con poca acqua di cottura ed ho fatto finire di cuocere. Ho poi mantecato con un cubotto di Philadelphia che insieme all’acqua presente in padella forma una cremina e “fodera” e “riveste” i tubetti.
Ho aggiunto poi dei pomodori secchi sott’olio tagliati a pezzetti e amalgamato bene. A questo punto i tubetti dovrebbero risultare piuttosto asciutti e cremosi. Ho fatto riposare 5 minuti questa pasta e poi ho impiattato, aiutandomi con un coppa pasta per dare al piatto un aspetto maggiormente “professional” e da buon ristorante formando un tortino (che poi il tortino si sia lievemente sfaldato in corso d’opera è un dettaglio trascurabile e la mia indole pigra mi ha impedito categoricamente di ricompattarlo e rifotografarlo).



A guarnizione del piatto, ho contornato il tortino con pomodori secchi, pecorino ed un filo di buon olio extravergine (che non si vede perché il piatto è nero).
Un piatto che mi ha davvero soddisfatto, voi che ne pensate?

21 maggio 2012

Lapin à la bière


Cucinare con la birra mi evoca sempre piatti succulenti, ricchi, grassi e da climi piuttosto freddi e piovosi. E visto che il tempo qui a Roma non ne vuole sapere di migliorare e continua a fare quasi freddo, perché non continuare a sperimentare piatti che hanno come ingrediente principale questa ottima bevanda?
Questa volta ho pensato che un buon abbinamento con la birra potesse essere quello del coniglio, una carne che mi piace molto e che purtroppo non da tutti è apprezzata.
Avrete visto sul mio blog la mia recente degustazione del coniglio all’ischitana allevato a volte nelle fosse nell’isola verde (vedete anche a tal proposito l’interessante articolo di Luciano Pignataro).
Ora invece ecco di nuovo il coniglio riproposto in un’altra interessante ricetta, in abbinamento ad una birra “Ale” ad alta fermentazione.
Un piatto davvero gustoso, che ho preparato utilizzando una ricetta di origine francese che usa insieme alla birra anche un po’ di senape, che gli dà quel tocco di aromaticità e di amarostico che non guasta e che mi ricorda i miei innumerevoli soggiorni in Francia.
Ecco la ricetta:

Coniglio alla birra e senape

Ingredienti:

1 coniglio
75 cl di birra Ale ad alta fermentazione
4 pomodori
2 cipolle
2 cucchiai di senape
olio extravergine
sale e pepe

Procedimento:

Tagliare il coniglio a pezzi e preriscaldare il forno a circa 150 °C. Nel frattempo in una padella far riscaldare dell’olio extravergine e farvi rosolare i bocconcini di coniglio.
Una volta rosolati, metterli da parte in un tegame da forno.
Nella stessa padella far cuocere per 5-10 minuti le cipolle ed i pomodori tagliati a dadini ed adagiarli nel tegame dove è stato messo il coniglio.
In un’insalatiera, intanto, porre la senape e mescolarla con la birra. Salare e pepare.
Versare questo composto nel tegame e far cuocere in forno per un’ora a fuoco medio.
Con questa ricetta sono stato anche ospite sul blog “Pinta in cucina” (di Tania Valentini), che appartiene al network di ILoveBeer.it, il portale italiano che promuove la cultura della birra. E che lo fa parlando con la voce degli esperti, con competenza tecnica ma soprattutto con un linguaggio chiaro e frizzante.

16 maggio 2012

Un risotto “a tutta Valtellina”


La ricetta di oggi è nata un po’ per caso. Mi sono infatti imbattuto nel sito del Consorzio della Bresaola della Valtellina ed ho trovato un interessante ricettario. Quest’ultimo utilizza e valorizza (giustamente) i prodotti di quello splendido territorio che è la Valtellina, situata in provincia di Sondrio in Lombardia.
Innanzitutto, una ricetta che mi è piaciuta molto è stata quella della Bresaola della Valtellina con le mele, che si fa più o meno così: si dispone la Bresaola della Valtellina tagliata a fette su un piatto di portata. Si tagliano delle mele a fettine sottili e si passano in padella con del burro. Si pongono poi sulla bresaola e si guarniscono con un cucchiaio di marmellata di mirtilli. Gustosissime devono essere, non è vero? Una ricetta semplice che proporrò sul blog molto presto.
Ma quella che vi propongo oggi e che più mi ha colpito è quella del risotto Bresaola e Bitto, un formaggio tipico sempre di quest’area. Ed ho voluto prepararla di corsa.
Ecco come si fa (l’ho personalizzata un pò):

Ingredienti:

400 grammi di riso Carnaroli
100 grammi di Bresaola della Valtellina tagliata a cubetti
70 grammi di formaggio Bitto (non è facile trovarlo a Roma, ma nei migliori negozi è reperibile
Burro
Cipolla di Tropea
Brodo di carne
Un bicchiere di vino rosso della Valtellina (ce ne sono di ottimi, molto vigorosi, ma davvero buoni!)
Sale
Prezzemolo

Rosolare la cipolla nel burro, quindi tostare il riso. Aggiungere il vino e lasciarlo evaporare. Portare a cottura col brodo di carne. A fine cottura, aggiungere il formaggio Bitto e la Bresaola della Valtellina tagliati a cubetti. Lasciare mantecare in pentola, con coperchio chiuso. Servire ben caldo guarnito con ciuffoni di prezzemolo irregolarmente tagliati.
Al posto del formaggio Bitto se ne può utilizzare uno maturo a pasta grassa, ma secondo me ci può andar bene anche un formaggio sempre della Valtellina maggiormente a pasta dura ma ottimo lo stesso: il Valtellina Casera (che si può anche grattugiare).
Un risottino davvero non male, che si può abbinare ai tanti vini rossi di questa valle, come quelli di Nino Negri.
A proposito di Valtellina per gli amanti del ciclismo e del Giro d’Italia segnalo che anche nel 2012 (per la precisione il 26 maggio) il Giro sarà presente in Valtellina, con il passaggio della ventesima tappa con partenza da Caldes/Val di Sole ed arrivo sulla Cima Coppi dello Stelvio.


Passando per il Passo del Tonale, quello dell’Aprica e per un circuito affascinante tra i vigneti terrazzati di Teglio e i Meleti del tiranese, il Giro sfiderà poi il mitico Mortirolo per poi arrivare, dopo una lunga salita, allo Stelvio.

Uno degli attuali protagonisti del Giro d'Italia 2012

W il Giro d’Italia (che nemmeno a dirlo sto seguendo con passione), la maglia rosa e il risotto alla valtellinese che un po’ “vestito” di rosa lo è anche lui…

9 maggio 2012

A “Fairy tale” alla Città del Gusto del Gambero Rosso


Le serate e le cene alla Città del Gusto del Gambero Rosso sono sempre molto interessanti e piene di spunti utili ad arricchire la propria cultura enogastronomica.
Così è stato anche in occasione della serata finale della prima edizione della Fairy Platinum Cup, un concorso nato dalla collaborazione tra Fairy piatti (uno dei marchi leader nella pulizia delle stoviglie) e Gambero Rosso.
Il concorso nelle sue fasi preliminari ha visto come protagonisti centinaia di appassionati di cucina, che si sono sfidati tenendo ben presente il criterio della tradizione culinaria di ogni regione. I partecipanti, infatti, hanno scelto uno degli ingredienti regionali proposti e lo hanno usato per creare il piatto che meglio potesse esprimere le loro abilità culinarie.
Le ricette candidate sono state oltre trecento ma soltanto le migliori quattro, selezionate da una giuria di esperti, sono riuscite ad accedere alla serata finale, in cui i finalisti hanno avuto la possibilità e l’onore di far gustare i propri piatti agli ospiti.

Le quattro concorrenti

La sfida finale è stata condotta dal simpatico e vivace chef Simone Rugiati, uno dei volti più noti del Gambero Rosso Channel, con una giuria composta dal “mitico” chef del canale Massimiliano Mariola, da Davide Mazza, altro chef campano della Città del Gusto e Mara Nocilla, esperta di cucina e giornalista.
Ma vediamo chi erano i candidati approdati alla serata finale: 
  • Brigida Bergamin, veneta, che ha concorso con lo “Gnocco giallo con Asiago, radicchio e lardo”;
  • Rosa Mancino, pugliese, con la sua “Torre di orecchiette dal cuore italiano”;
  • Ivana Masiero, lombarda, con i suoi “Ravioli al gorgonzola, pere e miele”;
  • Paola Poggiani, campana, con il “Danubio al sapore di mare”.
E’ da dire che tutti i piatti, accompagnati da ottimi vini, presentavano il loro lato interessante, ma ho apprezzato in particolare i ravioli al gorgonzola, pere e miele (dagli abbinamenti classici, ma sempre graditi e ben equilibrati) e quello che poi è stato decretato dalla giuria come vincitore e cioè lo gnocco giallo con Asiago, radicchio e lardo, ben presentato, goloso e profumato. 
La vincitrice quindi è stata Brigida Bergamin, una giovane ragazza che abita in provincia di Treviso e che vorrebbe aprire un suo ristorante (oltre a collaborare con quello di famiglia) con pochi tavoli per poter offrire ai clienti la migliore qualità possibile dei suoi piatti.

La vincitrice Brigida Bergamin

E il premio finale per Brigida è stato un viaggio a New York per due persone, durante il quale avrà la possibilità di gustare un’esclusiva cena in uno dei migliori ristoranti italiani della città, quello di Joe Bastianich.
Una “Fairy tale” che si avvera e che tutti noi vorremmo piacevolmente vivere…
Ps: La serata andrà in onda su Gambero Rosso Channel, Sky canale 411, alla fine di maggio. Non perdetela!

5 maggio 2012

Insalata di riz rouge, mele, uvetta e provola


Riso rosso di Camargue Igp, con mela Fuji, uvetta sultanina del Sudafrica equa e solidale e provola affumicata, condito con olio extravergine Sabina Dop. Questo potrebbe essere il nome del mio piatto di oggi, che in una carta di un ristorante di tono potrebbe fare un’ottima figura, fornendo “nome e cognome” ai singoli ingredienti di qualità utilizzati.
Anche se a me sembra che a volte i piatti, più lungo e circostanziato è il relativo nome, più pregiati e di qualità avrebbero il diritto di essere. E invece non sempre è così…
In ogni modo il piatto che vi propongo è una semplice preparazione che ho ideato partendo da un’ottima insalata di cavolo rosso abbinata al resto degli ingredienti che vi ho elencato e mangiata in pausa pranzo al lavoro. Ma siccome ho avuto difficoltà a trovare il cavolo rosso e visto il poco tempo che ho di solito a disposizione, ho pensato che il riso rosso di Camargue potesse comunque unirsi bene con gli altri ingredienti, se non altro per il colore :-).
Del riso rosso di Camargue ho già parlato in altri post. Vi ricordo che è un riso integrale dalla colorazione rossa naturale, ideale per le insalate, che si produce in una zona molto suggestiva della Francia, ad ovest di Marsiglia. Una zona selvaggia, nota per l’allevamento dei cavalli e dei tori (la Spagna non è lontana).
Il piatto che ho preparato è molto equilibrato, con il croccante e dolce della mela e dell’uvetta che ben si accorda con l’affumicato della provola, il tutto in grande armonia con il riso che si mantiene ben al dente e appena “tenace” in bocca.
La ricetta è semplicissima: far bollire il riso, condirlo poi con l’olio extravergine, aggiungere dadini di mela ben lavata e con la buccia (si può usare anche della mela verde, volendo) e di provola. Guarnire con prezzemolo e basilico, anche per contrasto con il rosso del riso.
Far ben amalgamare e mettere il tutto per un pò di tempo in frigorifero, per far insaporire maggiormente l’insalata.
E’ un piatto che, con l’approssimarsi del caldo, è ideale ed è anche molto leggero e non troppo calorico. E va bene anche per me, che sto tentando di mangiare un po’ di meno e meglio in vista della “prova costume”. Alla prossima!