Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

29 luglio 2013

Casarecce peperoni verdi e provola


 In estate adoro mangiare i peperoni verdi o friggitelli. Li associo alla cucina estiva, ai pranzi più leggeri, del mediterraneo, del Sud, delle vacanze.
Mi piacciono quando sono piccoli, come si trovano solo al Sud. Il loro verde mette allegria e si associa bene anche alla colatura di alici, come ben ci insegnano i bravi ristoratori di Cetara.
Questa volta li ho abbinati a un altro ingrediente che connota spesso molti grandi piatti della cucina napoletana: la provola.
 
Ecco la ricetta:
in una padella mettere dell’olio extravergine e due grandi spicchi d’aglio. Far rosolare e aggiungere 2-3 pomodorini pachino al massimo. Aggiungere i friggitelli (in quantità non eccessiva) e del basilico tagliato a mano grossolanamente e portare a cottura. Nel frattempo cuocere le casarecce (una pasta che ritengo stia molto bene con questa ricetta) e toglierle un paio di minuti prima del tempo di cottura.
Metterle a mantecare in padella con un paio di cucchiai di acqua di cottura finché non si forma una bella cremina. A fuoco spento aggiungere della provola affumicata a dadini e amalgamare ancora. Impiattare e guarnire con del profumato basilico fresco.
 
 
Buon appetito e buona estate a tutti. Alla prossima!

23 luglio 2013

Il mio meritato burger al camion “qui fume”

 
Ho finalmente assaggiato nel mio ultimo e recente viaggio a Parigi i mitici hamburger de “Le Camion qui fume”. Si tratta di un furgoncino che sta avendo un grande successo a Parigi (anche la stampa nazionale ne parla) e che da qualche tempo prepara nelle sue diverse sedi “mobili” (da verificare sul loro sito) degli ottimi hamburger con ingredienti di grande qualità.
 
 
Questo prezioso indirizzo gourmet l’ho scoperto navigando sui siti web di qualche foodblogger francese come l’amica Gracianne  e mi sono riproposto di andarci molto presto non appena me ne fosse capitata l’occasione.
Una formula di successo che in Italia sta cominciando in parte ad affermarsi e che ha molta maggiore diffusione negli Stati Uniti e nella stessa Francia.
La mia prima esperienza presso il “Camion qui fume” è stata particolarmente travagliata. Il giorno che ho deciso di assaggiare questi mitici hamburger avevo studiato il sito di questa organizzazione per capire dove si sarebbe collocato il camion. Il sito indicava Porte Maillot. Beh, dico io, facile. Scendo alla fermata della metro gialla Porte Maillot (due tre fermate dopo l’Arc de Triomphe) ed arrivo in un lampo per ora di pranzo. Peccato però che a Porte Maillot ci sia una piazza enorme con 75 mila traverse, avevo dimenticato la cartina ed ero senza connessione internet sul telefonino. Dopo lunghe camminate, in lungo ed in largo, su e giù per la piazza senza che molti avessero mai sentito parlare di questo tipo di esercizio ambulante, riesco finalmente grazie all’aiuto di una simpatica signorina ad avere l’indicazione della via dove il camion si sarebbe posizionato. Imbocco piuttosto a fatica la via, ma mi sembra che di quel camion non ci sia neanche l’ombra. Sto quasi per desistere quando in lontananza vedo i colori rossi e blu che contraddistinguono un marchio che su twitter sono abituato a vedere spesso.
Poi comincio a vedere la fila che, come avevo letto, è spesso consistente e allora il sogno (che ormai stava diventando soltanto tale) di questo hamburger si comincia a materializzare.
 
 
Faccio una fila che però tutto sommato non è così lunga (durante la quale ho potuto ammirare la perfetta organizzazione nel preparare gli hamburger, con 2-3 ragazzi che si dividevano i compiti), ecco che posso finalmente assaporare l’hamburger: un succulento panino dal nome “Barbeque” fatto con i seguenti ingredienti che riporto testualmente: “boeuf maison, Cheddar, bacon, sauce BBQ, beignet d’oignons, oignon caramèlisé, mayo”.
 
 
 
Un hamburger ricco, grasso, croccante, godurioso con le cipolle caramellizzate che ci stavano a meraviglia, mangiato con accanto un’insalata di verdurine crude condite (coleslaw).
In lavagna si leggono comunque altre intrigantissime preparazioni di hamburger come quello definito Campagne (con groviera, funghi e cipolle caramellate) o il Bleu con il formaggio erborinato Fourme d’Ambert e sauce Porto. O ancora quello col “Porc braisé à la bière”. Mmmmhhh.
 
 
Un elenco indicativo (perché spesso ci sono delle interessanti varianti) dell’offerta potete comunque trovarlo qui.
Le ricette tra l’altro di questi goduriosi hamburger sono state racchiuse in un bel libro che costa 20 euro e che è in vendita nelle migliori librerie francesi e on-line.
Siccome poi di fronte al camioncino c’era un bel parco con panchine e zone ombreggiate dove consumare con calma l’hamburger, me lo sono gustato per bene proprio lì. Ed ho visto che molti hanno avuto la stessa idea… Ecco il perché delle foto che seguono, molto bucoliche.
 
 
 
Ed in questo parco c’è pure una fontanella dove sciacquarsi un po’ perché il panino è necessariamente molto unto, come ogni street food che si rispetti.
E finisce così la mia prima, ottima, esperienza con “Le Camion qui fume”. Ad avercelo in Italia…

17 luglio 2013

Quando i Sauternes sono di primissimo ordine

 
Prima di parlarvi del mio piccolo tour de France fatto fino a pochi giorni fa in terra transalpina, oggi pubblico un post che con questo tema ha uno stretto legame.
La settimana scorsa si è tenuta infatti, come ormai di consueto, una bella serata alla Città del Gusto del Gambero Rosso dedicata a due nazioni importanti anche dal punto di vista del patrimonio enogastronomico, l’Italia e la Francia.
La serata prevedeva assaggi sia di specialità gastronomiche sia di vini delle due nazioni “cugine”.
Sul fronte gastronomico sono stati offerti due piatti, uno espressione delle tipicità italiane, l’altro di quelle transalpine. Quali sono stati i prodotti più buoni da rilevare? A mio avviso per l’Italia il Conciato di San Vittore dalla giusta consistenza e dagli aromi complessi e per la Francia senza dubbio il cubo di Salmone con un cremosissimo e inimitabile burro di Normandia. Del resto i francesi sul burro di qualità sono mediamente molto più avanti di noi…
 
 
Nella serata, comunque, da padrone l’hanno fatta i vini. Da osservatore “un po’ di parte” ho assaggiato soprattutto vini francesi (di quelli italiani ho apprezzato il Franciacorta Berlucchi “Satèn Cuvée 61” e “Brut Rosé 2009”). E che vini…
 
 

 Innanzitutto Champagne di grande pregio, in particolare il Piper Heidsieck Millesime 2002 Rare o quelli “De Saint Gall” o ancora i “Dehu Père et Fils".
 
 
 
Ottimi anche i Bordeaux “Château Marquis D’alesme & Château Labegorge” ed i vini della Languedoc Mas du Soleilla, ma un doveroso elogio va fatto ai prodotti dello Château Climens.
Si tratta di vini Sauternes di grande complessità ed eleganza tra cui il “remarquable1er Cru Barsac un grandissimo vino molto composito, fresco e caldo al tempo stesso, profondo, profumato da abbinare a formaggi erborinati come l’ottimo Roquefort J. Carles in degustazione.
Meno complesso ma ottimo allo stesso modo anche il Sauternes Cyprès de Climens, fresco, con sentori di fiori bianchi, agrumi ed albicocca.
Sine qua non (direbbe il Gastronauta).

15 luglio 2013

Un brindisi dal faro


 Come è accaduto in altre occasioni a cui ho avuto il piacere di partecipare, i vini Santa Margherita sono stati anche questa volta il degno accompagnamento di un interessante evento culturale.
Si trattava in questo caso del bello spettacolo teatrale tenutosi circa una settimana fa al teatro de’ Servi a Roma denominato “Racconti dal faro”, che ha avuto come protagonista l’affascinante Catherine Spaak, con un testo da lei scritto insieme a Fabio Silei.
Lo spettacolo parla di una donna, interpretata appunto dalla Spaak, che dopo tormentate vicende personali decide di affittare una casa in un faro per allontanarsi dai rumori della città e per immergersi nei ricordi.
Attraverso un diario con la copertina rigida e dalle pagine ingiallite, trovato in un cassetto ritornano alla luce dei bei racconti di persone, letti dalla brava attrice francese, in cui sembra quasi di riconoscersi. Piccole, grandi storie intervallate dalla musica di Paolo Prizzon alla batteria, di Stefano Graziani e Massimo Zemolin alle chitarre pizzicate, di Ivan Zuccarato alla tastiera. E dalla bellissima voce di Maria Dal Rovere.
 
 
 Il tutto arricchito con immagini affascinanti, che accompagnavano musica e parole e che contribuivano ad accrescere la già bella atmosfera che si veniva a creare.
A concludere la serata, molto gustoso è stato il buffet del dopo teatro, abbinato ai grandi vini Santa Margherita, tra cui un ottimo Luna dei Feldi Vigneti delle Dolomiti Igt.
 
 

 
 Uno dei pochi, nella gamma Santa Margherita, a distaccarsi dalla filosofia produttiva di valorizzazione del monovitigno, iniziata con il Pinot Grigio.
Un vino composto da tre varietà (Chardonnay, Müller Thurgau e Gewürztraminer) fresco, pieno, con un gusto floreale, di mela verde e, soprattutto, pompelmo e rosa. Un vino ideale con piatti a base di pesce, di frutti di mare e crostacei. 
 
 
 Quegli stessi piatti che immagino e sogno di mangiare davanti ad un mare tormentato come quello della Bretagna, con le onde che si infrangono impetuosamente sugli scogli e con vista su uno dei suoi tanti fari, proprio come quello in cui era ambientata la rappresentazione…

8 luglio 2013

Al Gambero nel mio parco giochi preferito



Avrete notato leggendo il mio blog che il cibo di strada o street food è oggetto di grande attenzione da parte mia. Basti guardare nella colonna delle etichette quanti post ho dedicato a questo argomento.


 Adoro lo street food perché è informale, pratico, veloce e si adatta molto bene a momenti della giornata come quelli del dopo ufficio, quando comincia a venire una certa fame e si ha voglia di qualcosa di buono prima di cena, non necessariamente in compagnia di amici.
Ma lo street food mi piace soprattutto perché coincide sempre con cibi sfiziosissimi e gustosissimi e perché alle spalle di questi cibi c’è una lunga storia e tradizione, sempre interessante da scoprire o da ricordare. E lo sfizio continua anche nel genere di locali che offrono questi cibi: chioschi, botteghe, paninerie e pulmini itineranti la cui strutturazione informale e “alla buona” fornisce ancora più fascino al consumo di cibi già di per se ottimi.
Del resto sono nato in una città, Napoli, dove lo street food la fa da padrone e dove ho cominciato per la prima volta a fare conoscenza con questo tipo di cibi.
 
 
Tuttora, quando torno a Napoli, devo più o meno sempre ripetere il mio rito degustativo di crocché, paste cresciute, pizze fritte con scarola o con ricotta, frittatine di maccheroni, montanare e mi fermo qui, ma potrei continuare.
Ma anche nella città dove vivo, Roma, non mancano opportunità di stret food di qualità. E sembra che questo fenomeno sia in crescita…Sarà che il cibo di strada in effetti non è molto caro e in tempo di crisi cresce la domanda per i cibi (buoni) meno costosi?
Per un foodie come me sempre in giro a caccia di nuovi indirizzi golosi (non solo nella mia città) è molto utile disporre di una Guida in cui sono racchiusi i migliori indirizzi del cibo di strada italiano.
E’ quindi con grande entusiasmo che ho accettato l’invito del Gambero Rosso a partecipare alla presentazione di una Guida di questo tipo, che per la prima volta raccoglie i recapiti di grandi artigiani del gusto.
 
 
Oltre 300 indirizzi selezionati su tutto il territorio nazionale, dietro ai quali spesso vi sono storie di famiglie che si tramandano i ”segreti” di preparazione di generazione in generazione. La selezione dei locali ha tenuto conto della qualità delle materie prime utilizzate, la valorizzazione del territorio, l’originalità della formula. Tra l’altro ho avuto l’onore ed il piacere anche di effettuare alcune segnalazioni ai curatori della Guida, come si evince dalla pagina di apertura della Guida stessa.
Il simbolo di una panchina accanto alla segnalazione di ciascun locale indica inoltre la presenza di un parco nelle vicinanze del locale: cosa c’è di meglio di assaporare un buon cibo di strada in tutta calma, nel bel contesto di un luogo verdeggiante?
Sono stati poi eletti 20 campioni regionali che meglio rappresentano nelle loro proposte la tradizione culinaria della regione.
Proprio di questi “top-locali” abbiamo assaggiato le delizie nel dopo presentazione, diretta come al solito egregiamente da Laura Mantovano, Pina Sozio e Sara Bonamini.
Sulla splendida terrazza della Città del Gusto del Gambero Rosso mi sembrava di stare nel mio parco giochi preferito, con delizie una migliore dell’altra a tentarmi di continuo.
Sarebbe troppo lungo fornire una descrizione di tutto il ben di Dio offerto ai presenti, ma qualche citazione voglio senz’altro farla:
 
·   ho adorato le carni di maiale (tra cui quella bollita alla triestina) del “Buffet da Pepi” di Trieste (chicca: il cren grattugiato fresco, lievemente piccante);
 
 
 
·   ho avuto il piacere di assaggiare le diverse delizie di carne, a volte costituite da parti non nobili (diaframma di agnello, fegatelli in rete, ecc.), dei “Mangiari di strada” di Milano;
 
 
·   ho avuto la conferma della bontà dei panini ripieni di ingredienti poveri della tradizione romana (trippa, allesso di scottona, picchiapò) di Mordi & Vai del nuovo mercato di Testaccio a Roma;
 
 
·  ho mangiato per la prima volta le stupende lumachine ed il morbidissimo polpo de La Folperia di Max e Barbara di Padova;
 
 
·   ho constatato, assaggiando i mitici arrosticini de La Tana del lupo di Farindola, che quelli che si mangiano di solito sono solo un lontano ricordo di quelli di questo locale: belli ciccioni, grassi, profumati, succulenti, in una parola golosi; 


·  ho apprezzato la qualità della ricotta dei cannoli della mitica Antica Focacceria San Francesco di Palermo.
 
 
Questi ed altri indirizzi trovate nella Guida, nella quale figura anche una friggitoria a me cara, la Masardona di Napoli.
Per finire segnalo un’altra cosa interessante di questa Guida: un’applicazione della stessa sarà disponibile a breve su Apple Store e Google Play. In questo modo si può avere sempre a disposizione questa “Guida-indicatore di luoghi del gusto” che insieme a quella Foodies, sempre del Gambero Rosso, è già la mia preferita.
La guida cartacea è acquistabile in edicola e in libreria, on line sul sito www.gamberorosso.it e, per la prima volta, nei negozi e corner Posteshop.
 
Guida Street Food
del Gambero Rosso
pp 196 - euro 6,50

3 luglio 2013

La crema di peperoni di Luotto

 
 Nello scorso post ho fatto cenno ad un’ottima crema di peperoni di Andy Luotto, recentemente assaggiata al suo ristorante temporaneo di Eataly (Roma). Andy aveva abbinato questa crema a delle fantastiche polpettine di baccalà.
Essendo, come forse sapete, un fan di Luotto a casa mia non poteva mancare il suo stra-consigliatissimo libro “Faccia da chef” dove la ricetta della crema di peperoni è ben presente, abbinata in quel caso a delle polpette di melanzane.
Va da sé che abbia subito voluto preparare questa ottima salsa, che si può abbinare secondo me a tante preparazioni, oltre che ovviamente a polpette e crocchette. Che devono a mio avviso sempre avere a disposizione qualche salsa in cui possono essere intinte.
 
 
Well, ecco allora la semplice ricetta di questa splendida salsina:
Ingredienti:
 
2 peperoni rossi
pochissimo aglio
peperoncino
3 cucchiai di olio extravergine
1 cucchiaio e mezzo di zucchero
1 cucchiaio di aceto bianco
sale
 
Arrostire i peperoni al forno, spellarli e depurarli di altre impurità come i semini.
Frullare i peperoni così ottenuti insieme all’olio extravergine e agli altri ingredienti elencati. C’est fini, tutto qui. Ma è una salsa vi assicuro di una bontà…
 
 
Io l’ho abbinata addirittura ad un supplì comprato da 00100, ma può essere anche servita fredda, ora che è estate, e messa nel piatto “a specchio” a condire del pollo alla cacciatora o cotto alla piastra…
 
 
O ancora con delle polpette di pesce non ce la vedo per niente male…
Ma l’utilizzo può interessare mille altre preparazioni, sbizzarritevi pure… e fatemi sapere!
Prima di salutarvi, una segnalazione: l’amica blogger Chiara ha parlato di me sul suo blog nella sua rubrica “Blogs got talent" .
Ne sono onorato perché il suo è un blog che seguo con assiduità e che stimo. Sono quindi veramente contento di aver ricevuto questa citazione personale. Grazie Chiara!
Qui di seguito trovate il banner dell’iniziativa:
 

Alla prossima!